L'ostruzione tubarica può essere principalmente di due tipi:
Questo ostacolo all'aerazione dell'orecchio medio provoca una
raccolta di essudato nel suo interno, favorendo l'impianto di batteri
provenienti dai tessuti infetti dal rinofaringe.
Otite media catarrale acuta
Per otite media catarrale si intende un processo infiammatorio dell'orecchio
medio caratterizzato dalla presenza di liquido mucoso o sieroso nella cassa,
secondaria a processi infiammatori del rinofaringe.
Nell'infanzia l'otite media catarrale è di solito secondaria ad adenoidite
con disfunzione tubarica di tipo meccanico (ipertrofia adenoidea oppure ostruzione
della tuba per edema flogistico). L'otite media catarrale dei bambini è quasi
sempre bilaterale, per la posizione centrale delle adenoidi nel rinofaringe.
Nell'adulto la patologia dell'orecchio medio è sostenuta per lo più da processi
infiammatori delle prime vie aeree (riniti, sinusiti, tracheobronchiti) e può
essere monolaterale.
Tale patologia ha un'incidenza più frequente nel periodo invernale e, a volte,
essa può rappresentare l'esito di una otite acuta purulenta, nella quale la terapia
antibiotica, pur avendo sterilizzato l'essudato batterico della cassa, non ha
eliminato la secrezione asettica. I sintomi riferiti sono rumori endotici, ipoacusia
mono- o bilaterale con senso di ovattamento auricolare, autofonia; il dolore non è
frequente. Nell'infanzia i disturbi possono essere notati dai genitori, in quanto il
bambino si fa ripetere le parole, tiene il volume del televisore più alto; inoltre, si
notano distrazione ed irritabilità. Se a tali atteggiamenti si associano rinite ricorrente
e/o ridotta respirazione nasale, la diagnosi di otite catarrale bilaterale secondaria ad
ipertrofia adenoidea è verosimile.
L'otoscopia, specie al microscopio, può rilevare quadri timpanici molteplici: la membrana
timpanica può essere retratta, con assenza del triangolo luminoso, di aspetto giallastro
quando il fluido è sieroso o rosa quando esiste una parziale iperemia timpanica. Qualche
volta se rimane aria nell'orecchio medio si può osservare un livello idroaereo.
I test uditivi rilevano una perdita trasmissiva iniziale ai toni bassi, in quanto la ridotta
pressione nell'orecchio medio provoca un aumento della rigidità della catena timpano-ossiculare.
L'otite media purulenta acuta batterica è una patologia frequente in età pediatrica. Si
accompagna spesso a malattie esantematiche e delle prime vie aeree. Coinvolge soprattutto
i bambini in età prescolare, con un picco tra i 2 e i 4 anni, e raggiunge un'incidenza
maggiore nei periodi invernali.
L'otite media purulenta acuta evolve attraverso vari stadi:
Questa forma di otite media acuta è caratterizzata da un'evoluzione fulminante, associata ad estese zone
di distruzione tissutale, che interessano l'orecchio medio, il timpano e gli ossicini. Si verifica nei
bambini come complicanza di morbillo, influenza e, in modo particolare, scarlattina. Il meccanismo consiste
nello sviluppo di una infezione necrotizzante della mucosa dell'orecchio medio e della mastoide, provocata
dallo streptococco beta-emolitico.
E' una infiammazione virale con iperemia, che interessa principalmente la membrana timpanica; è frequente
in corso di epidemia influenzale, in caso di morbillo, parotite e mononucleosi. Abitualmente sono colpiti
i bambini. La sintomatologia è caratterizzata da intensa otalgia, febbre e manifestazioni generali di
infezione virale.
E' una particolare forma clinica di otite media che insorge nelle prime settimane di vita. Essa è dovuta
alla particolare forma anatomica della tuba in tale epoca, che favorisce il rigurgito di latte nella cassa
timpanica. Per l'età del paziente ed i segni otologici modesti, la malattia può essere sottovalutata oppure
dominata da altra sintomatologia che non richiama patologia dell'orecchio medio. Infatti, i piccoli pazienti
presentano vomito, diarrea, agitazione e pianto, che si associano a deperimento organico generale. In presenza
di un tale quadro, non giustificato da altra patologia, bisogna pensare ad una otite media.
Questa è una patologia secondaria per continuità ad un processo infiammatorio della mucosa rinofaringea. Si
riscontra abitualmente in concomitanza di rinofaringite acuta, rinite allergica o sinusite acuta. Nei bambini
si associa frequentemente ad un'adenoidite con iperplasia infiammatoria. Altri fattori favorenti sono:
deviazione posteriore del setto nasale, stenosi della tuba di Eustachio, palatoschisi, paralisi dei muscoli
palatini e tumori del rinofaringe.
Importanti variazioni pressorie da rapidi cambiamenti di altitudine, come durante il volo o nell'immersione
subacquea, possono riguardare l'orecchio medio e la mastoide; questo avviene sia nel caso in cui
la tuba di Eustachio sia interessata da un processo infiammatorio o da altra causa ostruente, sia
per cattive manovre di compensazione. Nel caso del volo aereo, nella fase di ascesa la pressione
dell'orecchio medio diminuisce, mentre nella fase di discesa l'azione opposta può non avvenire.
Ciò può essere legato ad un edema dell'orifizio faringeo della tuba di Eustachio che, agendo da
valvola vibrante quando vengono raggiunte pressioni atmosferiche più elevate, impedisce il normale
passaggio d'aria verso l'orecchio medio. La ridotta pressione d'aria nell'orecchio medio provoca
un processo infiammatorio di origine traumatica della mucosa timpanica, con retrazione del timpano.
Se non viene eliminato il vuoto, si produce del liquido e si possono verificare piccole emorragie
sul timpano o sulla mucosa dell'orecchio medio. I sintomi consistono in fastidio, dolore, acufeni
e lieve sordità. Il trattamento ideale per questa patologia consiste nel raggiungere, in una
camera pressurizzata o in un velivolo, un livello pressorio che consenta una buona ventilazione
e, successivamente, nel determinare un lento aumento di pressione per permettere all'orecchio
medio di essere insufflato. Durante il volo o la salita in montagna sono utili la deglutizione
e la masticazione, manovre, queste, vantaggiose anche nella discesa, per aiutare a mantenere la
tuba pervia.
Il timpanogramma è quasi sempre piatto con riflesso stapediale assente; se è presente aria
nella cassa, il timpanogramma può essere a campana con apice ridotto in ampiezza oppure,
nelle fasi iniziali, normale ma spostato sui valori negativi.
Il trattamento, per avere buon esito, deve essere diretto alla correzione della causa di
base oltre che al sollievo dei sintomi. Il trattamento sintomatico è rivolto al miglioramento
dell'ostruzione, alla ventilazione dell'orecchio medio ed alla sostituzione del fluido con aria.
A questo fine vengono usati decongestionanti topici ed orali, antistaminici e secretolitici.
Otite media purulenta acuta
Otite media acuta necrotizzante
La rapida evoluzione comporta la distruzione precoce della pars tensa della membrana timpanica. La necrosi
del muco-periostio è spesso causa di perdita degli ossicini (soprattutto il processo lungo dell'incudine).
Si possono sviluppare fenomeni di osteomielite a carico dei tegmen tympani e della parete del seno.
La sintomatologia è ingravescente con otalgia e febbre; data la precoce rottura della membrana timpanica,
la prima manifestazione può essere una secrezione maleodorante e purulenta del condotto uditivo esterno.
Il reperto più tipico è la perforazione centrale della membrana timpanica fino ad interessare l'intero
timpano. Attraverso la perforazione è possibile osservare direttamente la cassa e il suo contenuto.
La terapia antibiotica deve essere tempestiva ed a dosi elevate. La terapia chirurgica non è indicata
nella fase acuta, ma può essere necessaria per eliminare zone di necrosi ossea, che causano il persistere
dell'infezione e dell'otorrea.
Otite media acuta emorragica o miringite bollosa emorragica
L'otalgia è caratteristica perché è seguita da fuoriuscita di gocce di sangue rosso vivo dal condotto
uditivo esterno (otorragia); all'otoscopia si evidenze la presenza di bolle sierose ed emorragiche sulla
superficie della membrana timpanica; l'otorragia è legata alla rottura delle bolle. Con adeguata terapia
si assiste di solito a risoluzione completa senza esiti.
Otite media acuta nei lattanti
Otite tubarica acuta
La condizione anatomo-patologica consiste in congestione, edema ed infiltrato cellulare. Una malattia grave
o prolungata è in grado di produrre danno o perdita delle ciglia. Quando l'infezione si estende all'orecchio
medio, si crea un quadro di otite media acuta secretiva o batterica.
Il sintomo iniziale è rappresentato da un suono penetrante o esplosivo, udito mentre si sbadiglia o si
deglutisce. Con l'avanzare della malattia, viene riferito un senso di pienezza dell'orecchio medio, associato
ad una diminuzione di udito. Questa viene descritta il più delle volte come sensazione di corpo estraneo nel
condotto uditivo esterno, abitualmente non è presente dolore, anche se spesso i piccoli pazienti lamentano
lieve otalgia. Spesso è presente acufene, a bassa tonalità, paragonato ad un ronzio o ad un suono di conchiglia
di mare. L'acufene può essere continuo o pulsante. Frequentemente si associa autofonia.
L'otomicroscopia può evidenziare retrazione della membrana timpanica, caratterizzata da prominenza del manico
del martello con scomparsa del triangolo luminoso. La membrana timpanica assume aspetti diversi a seconda del
tipo di secrezione che si accumula nell'orecchio medio. Essa ha un aspetto giallastro quando le secrezioni sono
sierose, se invece rimane aria si può avere un livello idroaereo. I test uditivi evidenziano una ipoacusia
trasmissiva dovuta ad una ridotta pressione nell'orecchio medio con timpanogramma spostato sui valori negativi.
Nei casi cronici è preferibile rimuovere il liquido chirurgicamente, praticando una miringotomia ("incisione
radiale a livello della porzione anteriore della testa del martello").
Per ottenere un drenaggio e un'aerazione in corso di otite media per periodi lunghi si applica un tubo di
ventilazione. Il trattamento, per avere un buon risultato, deve essere mirato alla correzione della causa
di base oltre che al miglioramento dei sintomi. La rimozione chirurgica delle adenoidi cronicamente infette
o ostruenti è indicata nei bambini. Il trattamento sintomatico è rivolto al miglioramento dell'ostruzione,
alla ventilazione dell'orecchio medio ed alla sostituzione del fluido con aria. A questo fine vengono utilizzati
decongestionanti topici e orali.
Altro trattamento molto efficace sia in fase post-acuta, per ventila la cassa del timpano, sia in fase cronica, come
intervento curativo, sia come prevenzione, è rappresentato dalle insufflazioni endotimpaniche. Le metodologie più
comuni sono: la manovra di Valsalva, il metodo di Politzer e il cateterismo tubarico.
Barotrauma acuto
Esaminiamo ora ciò che avviene durante una immersione subacquea, attualmente causa di frequentissimi
barotraumi data la notevole diffusione di questa attività sia sportiva che professionale.
Durante la discesa, l'aumento della pressione esterna determina una introflessione del timpano che,
se non compensata da un equivalente aumento di pressione nell'orecchio medio, porta alla sua rottura.
In una certa percentuale di soggetti, l'iniziale rarefazione del contenuto gassoso dell'orecchio
medio richiama aria dal faringe attraverso l'orifizio tubarico, creando così una compensazione
spontanea. Tuttavia, nella maggior parte dei casi ciò non si verifica, per cui diventa necessario
attuare delle specifiche manovre che aumentino la pressione a livello rinofaringeo (deglutizione,
masticazione, manovre di Valsava o Mercante-Odaglia). In tal modo l'aria, attraverso i condotti
tubarici, riesce ad equilibrare i valori pressori dell'orecchio medio con quelli esterni.
L'introflessione del timpano comincia a diventare dolorosa (otalgia) quando la differenza di
pressione è pari all'incirca a 150 mmHg, mentre tra 300 e 600 mmHg può intervenire la rottura.
Ricordiamo che una atmosfera equivale a 760 mmHg.
Questi valori di tolleranza pressoria possono essere raggiunti, durante l'immersione, nello spazio
di qualche secondo. S'intuisce, quindi, come le manovre di compensazione debbano essere eseguite
subito dopo l'inizio della discesa al minimo fastidio e non già, come fanno molti sub, quando si
avverte dolore. Infatti, se la discesa è molto rapida e la compensazione non è frequente, la
crescente differenza di pressione chiuderà irrimediabilmente il condotto tubarico a tal punto
che nemmeno energiche manovre di compensazione potranno più risolvere la situazione. Sarà
opportuno, in tal caso, risalire di qualche metro per permettere alle tube di riaprirsi.
Infatti, mentre l'apertura tubarica durante la discesa molto spesso deve essere forzata con
le manovre precedentemente citate, durante la risalita la fuoriuscita dell'aria dell'orecchio
medio nel rinofaringe avviene passivamente all'incirca ogni 0,5 metri di ascesa. Taluni
individui, circa l'1%, possiedono un'elevata resistenza della cartilagine tubarica, essendo
così potenzialmente soggetti a barotraumi anche in fase di risalita (estroflessione timpanica).
In tale situazione di aumento pressorio nell'orecchio medio, anche la finestra rotonda (delicata
membrana che assieme alla finestra ovale separa l'orecchio medio da quello interno) può subire
una flessione (introflessione) con turbolenza del fluido dell'orecchio interno, stimolazione
vestibolare unilaterale e vertigini durante la risalita.
Risulta ovvio che qualsiasi affezione, anche banale, che impedisca l'uguagliamento pressorio a
livello dell'orecchio medio non consente l'immersione. Per esempio, una rinofaringite in atto
determinerà un restringimento della cavità tubarica.
Vediamo ora quali sono gli eventi fisio-patologici che caratterizzano l'evoluzione di un
barotrauma dell'orecchio medio. Inizialmente, si produce una congestione della mucosa
con eventuale presenza di trasudato o versamento emorragico localizzato. L'interessamento
del timpano diviene progressivamente totale e, se la differenza pressoria persiste, si ha
la rottura. Le manifestazioni cliniche sono rappresentate dal dolore, via via crescente di
pari passo alla depressione timpanica, che diventa violento, trafittivo, e dalla perdita di
modiche quantità di sangue (otorragia) quando la membrana si rompe. Inoltre, possono insorgere
disturbi labirintici (vertigini ed offuscamento della vista) dovuti al brusco ingresso dell'acqua
nell'orecchio medio. Ripetuti barotraumi timpanici possono, a lungo andare, condurre ad
irrigidimento della membrana timpanica e diminuzione dell'udito.
Con la definizione di "reversed ear" s'intende una situazione in cui viene impedito l'uguagliamento
pressorio nel condotto auricolare esterno. Le cause possono essere molteplici: un tappo di cerume,
residui detritici di un'otite esterna o un cappuccio della muta troppo morbido che comprime
l'ingresso del canale auricolare. In questo caso, la progressiva depressione condurrà alla
formazione di bolle emorragiche ed eventualmente alla rottura timpanica. Inoltre, l'eventuale
tappo di cerume potrà prima impedire l'uguagliamento di pressione e poi cedere di colpo quando
la pressione esterna sarà diventata rilevante, portando anche in questo caso alla rottura timpanica.
Più gravi, ma fortunatamente anche più rari, sono i barotraumi a carico dell'orecchio interno
che possono essere causati da: barotraumi dell'orecchio medio; violenti movimenti della staffa
a seguito di brusche manovre di compensazione. Essi possono avere conseguenze gravi a carico
della finestra ovale o rotonda e portare ad alterazioni della funzionalità cocleare e vestibolare
(improvvisa o graduale diminuzione/perdita dell'udito, vertigini, ecc.).
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